Si dice che la prima volta non si dimentichi mai. Sarà stato così anche per Mateo Retegui, in una notte da sogno, giustiziere della Lazio con il suo primo gol in Serie A. Un colpo di testa su respinta di Provedel che inizialmente potrebbe sembrare una rete banale, il solito tap-in di fortuna, per intenderci. Così non è stato invece. Perché scorrendo i replay la domanda che ci si pone è: “ma non era in fuorigioco?”. No. Ed è qui che sta la bravura del centravanti di Giardino che fa un movimento, passateci il termine, alla “Pippo Inzaghi”. E’ consapevole di essere al limite dell’offside sul colpo di testa, per questo un attimo prima fa due passi indietro, beffando Marusic e lasciando giù la bandierina dell’assistente. Poi un saltino, il colpo di testa e l’1-0 al terzo pallone giocato della partita.

I giovani che vedono azzurro

Una rete che sembra d’altri tempi, ma che consegna al campionato due riflessioni. La prima: il ragazzo sembra decisamente bravo a muoversi in area di rigore. La seconda: diventa più chiara la scelta dell’ex ct della nazionale Mancini, il primo a scovarlo, portandolo dall’Argentina a Coverciano, regalandogli un palcoscenico internazionale. Ora Retegui non sarà più un ‘problema’ del Mancio, viste le dimissioni choc a ridosso di ferragosto e il successivo insediamento di Spalletti sulla panchina azzurra.

Dare spazio ai giovani?

Il tecnico Campione d’Italia, però, all’Olimpico ha avuto modo di osservare i giocatori che oggi vorrebbero rivestire il ruolo di attaccante con la maglia della nazionale italiana. E se da una parte Ciro Immobile ha stentato, dall’altra a Mateo sono bastati 16 palloni (tanti ne ha toccati) per dire ‘io ci sono’. A scegliere ora sarà Spalletti, chiamato, da qui a pochi giorni, a diramare anche una prima lista dei convocati. E la prima domanda nasce quasi spontanea: continuerà come Mancini a scovare e richiamare giovani sconosciuti ma di talento?
Pazientando qualche giorno riceveremo risposta, ma l’estate azzurra con la vittoria dell’Europeo Under 19 e il secondo posto al mondiale u20 ha dato un segnale chiaro: i talenti ci sono e vanno sfruttati. “Gli va data l’opportunità nei club” dice spesso il numero uno della Figc Gravina e quando così non è, allora, a farli emergere ci ha pensato l’ex Ct Mancini.

Il filone Mancini e le giovani promesse

Il primo caso fu quello di Nicolò Zaniolo, con zero presenze in A alla sua prima convocazione in nazionale maggiore. Ma negli ultimi anni sono stati tanti i ragazzi con un percorso simile, basti pensare agli ultimi stage italiani con i giocatori di “interesse nazionale” che hanno portato alla ribalta giovani come Pafundi dell’Udinese. Nomi non ne mancano se pensiamo anche a Casadei, che sta cercando fortuna in Premier League, o c’è chi in Italia stessa chiede spazio come Baldanzi e Colpani. Giocatori, soprattutto questi ultimi due, che hanno sì bisogno di crescere, ma darebbero una bella mano al Retegui di turno in area di rigore. Il futuro è loro.