Sembrava un promesso sposo dell’Inter, poi destinato a tradire il popolo nerazzurro con la Juventus, mentre dall’Arabia provavano a tentarlo con offerte da capogiro. Alla fine Romelu Lukaku ha firmato con la Roma. Come si dice, tra i due litiganti il terzo gode e in un solo mese a Trigoria hanno iniziato a godere tutti.

Il rapporto con Mourinho

Non c’era bisogno di convincere invece Josè Mourinho con il quale aveva già lavorato. Lo Special One conosce la famiglia di Romelu per un rapporto che va oltre quello classico tra allenatore e giocatore. Per questo non appena arrivato nella Capitale ha consegnato il secondo mazzo di chiavi della squadra a Big Rom.

Il primo era stato affidato lo scorso anno a Dybala, calciatore con il quale Lukaku sta imparando a giocare e a trovarsi. E in attesa di un’intesa perfetta, i numeri dell’ex Chelsea sono da capogiro. I sette gol in otto partite gli sono valsi la miglior partenza in Italia. Neanche con l’Inter di Conte – stagione culminata con lo scudetto – aveva cominciato in questa maniera e nella sua carriera solo una volta ha fatto di meglio: al Manchester United nella stagione 2017/18 dove segnò 9 reti.

Il precedente

Chi era l’allenatore in quell’occasione? Sempre lui, José Mourinho. Un impatto del genere nella Roma non si vedeva dai tempi di Gabriel Omar Batistuta. Al suo primo anno in giallorosso portò addirittura lo Scudetto nella Capitale, il terzo della sua storia, per un’impresa difficilmente ripetibile quest’anno a causa del distacco (già dieci punti dal Milan primo) che la Roma ha maturato con la vetta della classifica.

Le dichiarazioni e la condizione

Di certo la corsa per un posto in Champions è ripresa e con un Lukaku così nulla è precluso. Una rivincita anche personale per il centravanti che, in estate, di critiche ne ha ricevute tantissime per le sue scelte di mercato che alla fine lo hanno comunque condotto in tutt’altre direzione, ovvero alla Roma. E quando gli viene chiesto come faccia a essere già così in forma, risponde con il sorriso di chi vuole togliersi parecchi sassolini dalle scarpe.

Sono un professionista – la replica dopo la doppietta di Cagliari – in tanti hanno parlato di me, ma io sono rimasto in silenzio, lasciando al campo i fatti”. Niente polemiche, ma le cose in chiaro le ha volute mettere.

Il post nazionali che tutti aspettano

Dopo la sosta, poi, ci sarà il ritorno a San Siro con la sfida all’Inter del 29 ottobre. Ad attenderlo un clima infuocato con i tifosi nerazzurri che hanno già fatto sapere che si presenteranno con 50mila fischietti per contestarlo. Lui nel frattempo si proteggerà nel silenzio della Trigoria che lo ha accolto e della quale è già un leader. Tecnico, ma anche morale.