Luciano Spalletti entra in corsa alla guida della Nazionale italiana di calcio al posto di Roberto Mancini, emigrato in Arabia, e porta gli Azzurri, con un po’ di fatica e tanta sofferenza, alla fase finale di Euro 2024 che si giocherà in Germania l’anno prossimo. L’Italia potrà così difendere il titolo di campione in carica conquistato nell’estate del 2021 a Londra.

Gli Azzurri staccano il pass per la Germania proprio in terra tedesca, a Leverkusen, pareggiando contro l’Ucraina, ma sia il ct che i giocatori sono ben consapevoli che il cammino al prossimo Europeo sarà tutt’altro che una passeggiata e bisognerà dare molto di più per passare la prima fase. ‘Colpa’ di un sorteggio che vedrà l’Italia in un girone di qualificazione che potrebbe essere complesso.

Le mosse di Spalletti

Ma quali sono state le carte, anche psicologiche, che si è giocato Spalletti, nei momenti più complessi di questo inizio di avventura in azzurro? Prima di tutto ha ridato alla Nazionale un gioco ed una identità, oltre ad aver creato un gruppo su cui costruire le nostre fortune in Germania. Un gruppo che dopo il campionato vinto agli ordini di Mancini, si era un po’ sgretolato.

Spalletti ha recuperato giocatori, ne ha cercati di nuovi, si è anche affidato all’usato sicuro. Ha messo in gioco se stesso, le sue conoscenze calcistiche e la sua  visione, anche se il suo Napoli, che ha impressionato in Italia e in Europa, si è visto solo a sprazzi in questa Italia. Non bisogna però disperare, ora il tempo per costruire c’è, con tanti giovani che stanno crescendo, anche se alcuni pezzi importanti – per via del caso scommesse – non ci potranno essere, come Tonali e Fagioli.

Migliorie e obiettivi

Ora l’Italia crede nelle sue potenzialità e potrà farlo sempre di più. Nulla era scontato, ma alla fine il tecnico di Certaldo è riuscito nel suo intento. L’attacco resta l’incognita maggiore. Spalletti ha scelto Raspadori, un giocatore che conosce bene, preferendolo inizialmente a Scamacca, in attesa di ritrovare il vero Immobile, ma c’è poco altro in avanti.

Del resto l’italiano con più gol segnati in Serie A è Colpani del Monza, che non è un attaccante, poi Politano e Bonaventura, con Scamacca e Berardi a seguire ma che non hanno convinto appieno il ct. C’è quindi molto su cui lavorare, soprattutto sul gioco, sfruttando al meglio gli esterni difensivi e offensivi con Dimarco e Di Lorenzo e con Chiesa e Politano e i centrocampisti, come Barella e Frattesi, oltre al ritrovare il vero Jorginho che si è rivisto solo a tratti. Il lavoro è iniziato, qualcosa si è visto, e l’Italia per circa un tempo contro l’Ucraina forse si è avvicinata all’idea di Spalletti.