Walter Mazzarri da una settimana è tornato a Napoli e improvvisamente è come se il tempo si fosse fermato a 10 anni fa. Camminando per San Gregorio Armeno si rivedono le statuette del presepe con il tecnico azzurro, in città si scherza sui possibili ritorni anche di Cavani e Lavezzi, non trascurando la preoccupazione per un inizio di stagione sottotono per i Campioni d’Italia.

Il ritorno

E quando l’esonero di Garcia era veramente a un passo e tutti credevano che De Laurentiis puntasse dritto su Tudor, ecco il colpo di teatro di chi di solito è abituato anche a fare cinema e comunque a sorprendere. Torna Mazzarri, quello stesso allenatore che ha lanciato la storia vincente recente del Napoli e che negli anni, nonostante sia finito fuori dai radar dei grandi club, ha continuato ad aggiornarsi, studiando soprattutto il calcio di Spalletti e questo è bastato al presidente del club partenopeo per virare con forza sul cavallo di ritorno.

La seconda opzione

Ora sarà il campo a dire se la scelta sarà stata quella giusta o meno, ma una cosa è certa: la sorpresa nel ritrovare Mazzarri sulla panchina del Napoli è stata totale. De Laurentiis, infatti, inventa la scena in 48 ore: vede Tudor la mattina di lunedì per sostituire Garcia, la scintilla non scocca. E non è soltanto una questione contrattuale, piuttosto caratteriale e di dogma tattico. Il tecnico croato non si sarebbe sganciato dalla sua difesa con tre uomini, in antitesi con la squadra che invece negli ultimi anni ha fatto le fortune del Napoli.

Se sia o meno il modulo a garantire i successi è questione assai dibattuta, ma che il club avesse bisogno di una figura cui affidarsi, cui cedere nuovamente lo scettro in campo, senza le incursioni forzate del presidente, è fuori discussione. Tudor viene così messo in ghiacciaia e Aurelio cede alla tentazione di rivedere Walter, lontano da Palazzo Bonaparte, sede della sua Filmauro.

L’accordo

Vuole privacy, vuole il colpo a effetto. Due ore di conversazione prima di stringere la mano all’erede di Garcia. Obiettivi? Quarto posto e nell’immediato ottavi di Champions. Mazzarri va oltre, nel suo calcio ambizioso. La squadra è forte, va soltanto allenata senza preclusioni. Senza alcun limite. Lo diceva 10 anni fa, lo ripete adesso, mentre arriva in auto a Napoli, consapevole di poter apparire visionario.

Scocca la scintilla e con lei arriva l’annuncio con la firma. E ci vuole anche della lucida follia nel prendere questo Napoli perché poi le prime cinque partite vedranno Osimhen e compagni affrontare nell’ordine: Atalanta, Real Madrid, Inter, Juventus e Braga. Praticamente due settimane nelle quali i Campioni d’Italia si giocano tutto: il passaggio del turno in Champions e la vetta di una Serie A che li vede costretti a inseguire.

Ma al di là della follia, serve anche l’amore per accettare una situazione del genere e quello che ha Mazzarri, nei confronti del Napoli, non è mai mancato. Da giorni vive chiuso a Castel Volturno cercando di non lasciare nulla al caso. Studia il 4-3-3, ma non tralascia il 3-5-2 e spera in una seconda vita, dopo la prima già donata al Napoli.