C’è chi la storia la studia, altri, invece, la scrivono e ne diventano protagonisti. E’ il caso di Jannik Sinner, primo italiano a vincere le Finals, primo italiano a diventare n.1 al mondo, primo italiano a vincere gli slam di Melbourne e New York, senza contare la miriade di altri record che sta stracciando con davanti ancora chissà quanti anni di carriera.
Sta regalando al tennis mondiale il nuovo dualismo, quello dell’era moderna perché a fargli da antagonista c’è Carlos Alcaraz, un altro che in Spagna vedono come il degno erede di Rafael Nadal, al canto del cigno nella Coppa Davis di Malaga, e che con un anno in meno di Sinner, è stato già n.1 e ha vinto slam (Wimbledon e Roland Garros).
Soltanto una non ottimale condizione fisica non gli ha permesso di giocare la finale a Torino contro l’amico e rivale altoatesino. Ma Jannik contro Carlos sarà ancora la sfida del 2025 in un anno che vedrà resistere solo Novak Djokovic dei quattro grandi fab four.
Nole sarà l’ultimo ad abdicare e l’età ridimensionerà il suo calendario che quest’anno, per la prima volta, lo ha visto non vincere nemmeno uno slam o titolo ATP.
Per capirci, non succedeva da 15 anni, eppure la stagione passerà comunque alla storia perché a Parigi è stato in grado di regalare alla sua Serbia la medaglia olimpica tanto cercata e sfuggitagli a Tokyo.
Era l’ultima chance e non se l’è fatta scappare. In ascesa ci sono poi giocatori come Alexander Zverev, capace di chiudere come n.2 del mondo ma restare comunque un incompiuto. Perché quando poi arrivano i Major o il torneo di fine anno, anche il favore del pronostico non lo aiuta a restare agganciato a Sinner o Alcaraz.
A Torino è riuscito a battere Carlito ma più per demeriti dello spagnolo che di altro. C’è Taylor Fritz, che invece, quest’anno ha fatto la prima finale slam della sua vita, tra l’altro in casa a New York, eppure l’uragano Jannik ha spazzato via anche lui, così come Medvedev, autore di una stagione dai due volti, perché iniziata bene e finita malissimo.
Ma il vero momento d’oro è quello dell’Italtennis con Musetti che si conferma su buoni livelli nonostante gli alti e bassi e Matteo Berrettini che sta provando a tornare il “Martello” che conoscevamo.
Crescono anche i ragazzi e soprattutto nel femminile c’è Jasmine Paolini, autentica rivelazione del 2024. Prima italiana a tornare non in una, ma addirittura due finali slam dopo che l’ultima volta era stato con Flavia Pennetta e Francesca Schiavone. Adesso serve confermarsi e sarà la cosa più dura, ma intanto si gusta anche l’oro in doppio con Sara Errani a Parigi per un 2025 che potrà regalare altre forti emozioni.