Al primo stop del 2023 la situazione è variegata e ci sono poche certezze. Forse una. Ed è lì in cima, solitaria, a 71 punti in 27 gare: si chiama Napoli. Nessuno come lei nei campionati top europei, per il momento, con solamente il Barcellona che può eguagliare il punteggio nella prossima di Liga.

Il “riposo” per le nazionali di questa settimana non è in realtà un riposo così tranquillo per tante protagoniste (e non) del campionato, e quest’ultima 27esima giornata di Serie A ha cambiato tanti equilibri e ne ha consolidati altri. Sicuramente quello che emerge è che sono poche le realtà costanti, soprattutto in questo girone di ritorno, e la costanza è una qualità che a pieno la sta dimostrando solo il Napoli, irraggiungibile. Si alternano spesso momenti di convinzione a momenti di respiro che, tuttavia, a questo punto della stagione, costano caro.

Guardando il rendimento delle ultime partite spicca tra tutte lassù la Lazio, quattro vittorie ed un pareggio in cinque gare e secondo posto raggiunto, scavalcando una Inter ammaccata e frastornata. Uscita vittoriosa dallo scontro tutto romano dell’Olimpico, si gode la sosta per la prima volta da seconda in classifica, tenendo a distanza di 2 punti un’Inter ora meno minacciosa e a 4 lunghezze un Milan altrettanto poco lucido.

Le squadre milanesi non stanno attraversando un buon momento: nonostante abbiano dominato la classifica senza mai mettere in discussione la supremazia del Napoli, ora si ritrovano ai margini delle preziose posizioni Champions. Ottenere un posto tra le prime quattro squadre della classifica rappresenta uno snodo cruciale della stagione. In caso di mancata conquista del quarto posto, non si potrà considerare la stagione come positiva né come una delle più rosee. Pertanto, la lotta per mantenere questa posizione è fondamentale.

In questo 2023 il Milan è la più battuta dopo Cremonese e Salernitana con 7 sconfitte. Certo, ci sono ancora obiettivi più che ambiziosi ed appaganti per entrambe, avendo raggiunto i quarti di Champions League, e con una semifinale di Coppa Italia da giocare per Inzaghi. Semifinale che interesserà due dei tre scontri diretti contro la Juventus in poco più di un mese. Ed è proprio dal recente e – come sempre – contestato derby d’Italia, nel ritorno di questo campionato, che la Juve si è portata a due vittorie su due negli scontri diretti per questa stagione, condizionando una pausa nazionale amara per i nerazzurri ed il suo tecnico.

Inzaghi non può star tranquillo dopo aver raggiunto domenica la nona sconfitta stagionale in campionato. La società e i tifosi non sono soddisfatti e chiedono di più da un’Inter che sembra aver perso concretezza e lucidità, sia sottoporta sia in mezzo al campo. Vacilla Brozovic, non incisivo in troppe gare, e pare vacillare tutto l’ambiente nerazzurro. Instancabile, ma troppo nervoso, è parso Barella che sembra voglia sempre trascinarsi la squadra sulle spalle. Quasi mai basta e le poche soluzioni di supporto, soprattutto nei cambi, che suggerisce il suo tecnico sembrano non aiutare – e sicuramente non servire -.

Ne esce ammaccata anche la Roma, come dopo una scazzottata, e di fatto una semi-rissa c’è stata nel derby romano, quasi tutti i 90 minuti un po’ troppo sopra le righe, dentro e fuori dal campo. E anche oltre i tempi regolamentari, con regolamento di conti vari nello spogliatoio ed il buon esempio che è mancato da parte di tutti, essendosi visti coinvolti perfino allenatori e proprietari. I derby, regalano anche questo, si sa, ma questa volta la temperatura si è alzata più fuori che sul campo da gioco. Ne è emersa comunque una Lazio ben posizionata, intelligente e organizzata, che si porta in seconda posizione meritatamente.

Dopo la sentenza che ha penalizzato la Juventus ed un primo momento di vacillante equilibrio con qualche partita di ricognizione, i bianconeri hanno ritrovato – o forse trovato per la prima volta in questo campionato – condizione, ambizione e mentalità vincente. Sicuramente quasi mai spettacolari ma piuttosto concreti e concentrati.

Allegri è riuscito a riportare concretezza di risultato, comunicando alla squadra la necessità di saper soffrire all’interno dei 90 minuti, qualunque sia l’avversario. Ma il merito – o è stata necessità? – più importante che gli va riconosciuto, è stato quello di aver lanciato nel bel mezzo della bufera, proprio nel momento in cui servivano certezze attorno alle quali far girare la squadra, diversi giovani promettenti della Next Gen juventina e che in tante occasioni stanno facendo la differenza. Complici le significative e costanti defezioni che hanno accompagnato tutta la stagione dei bianconeri.

Con la vittoria di San Siro hanno stoppato l’Inter in terza posizione, mantenuto l’Atalanta a 4 lunghezze e avvicinato la zona Champions a 7 punti. Superficiale sottolineare la cantilena di mister Allegri che non manca occasione per ricordare che, sul campo, la Juve sarebbe solitaria al secondo posto a 56 punti al netto della penalizzazione.

Per rendimento si distinguono altre due realtà, piacevolmente riscoperte, in una zona differente di classifica. La prima è la Fiorentina con ben 13 punti nelle ultime cinque gare, al pari solo della Lazio e quattro vittorie consecutive, risultato che mancava da cinque stagioni. Un notevole balzo in avanti che si esprime al meglio guardando la classifica, occupando ora la nona posizione, ma in pieno diritto di giocarsi niente meno che il settimo posto. Tra questi successi anche un convincente 2 a 1 al Milan.

Ottimo momento quindi per la Viola, che è chiamata, subito dopo la sosta, al banco di prova decisivo, trovandosi subito l’Inter in trasferta, sicuramente però molto più alla portata di quanto potessero sperare.

A completare il quadro delle migliori per rendimento nelle ultime cinque gare è un Sassuolo ritrovato. Una brutta prima parte di stagione che sta lasciando il posto ad un 2023 nettamente migliore. Ora 12 punti nelle ultime cinque a pari di Juve e Napoli e da una posizione piuttosto precaria e insolitamente bassa, gli emiliani si affacciano nella metà alta della classifica che vede in soli 2 punti cinque squadre in lotta per il settimo posto, occupato dai 41 punti della Juventus.

Sicuramente penalizzati dalle pesanti cessioni di mercato, diversi infortuni e dal lungo stop dell’imprescindibile Berardi, gli emiliani hanno visto minato il loro rendimento complessivo stagionale ma la determinazione di Dionisi ha scosso i suoi ragazzi e ribaltato la linea di resa. È arrivata così la quarta vittoria consecutiva, proprio come la Fiorentina, solo che in questo caso, un risultato simile mancava dal 2021 quando c’era De Zerbi.

Ultime parole da spendere doverose per la capolista che alla pausa ci va, oltre che serena, affamata e convinta. Adesso l’abisso dal secondo posto ammonta a 19 lunghezze. Un’infinità. E la celebrazione potrebbe già arrivare da questo aprile. Aprile che si inaugurerà con il primo dei 3 big match contro il Milan. Si riprende in campionato, subito dopo lo stop nazionali, il 2 aprile al Maradona. Un match che sembra una finale per il Milan e che se dovesse continuare a perder punti, rischia un pericolosissimo sorpasso multiplo.

Gli altri due incontri, invece, si svolgeranno nel contesto Champions ad aprile (12 e 18), avendo il recente sorteggio dei quarti di finale strizzato l’occhio al derby italiano.

Fase concitata anche in zona salvezza, con Cremonese e Sampdoria che continuano ad alternarsi in ultima posizione e il Verona che nonostante non sia ancora salvo, terzultimo al momento, non riesce a staccarsi dalle tre posizioni più rischiose. La vittoria per il Verona manca dal 13 febbraio e i 19 punti raggiunti finora non sono per niente rassicuranti. Spezia, Salernitana e Lecce sembrano aver distaccato almeno parzialmente le posizioni di coda ma i rendimenti non costanti e le vittorie che scarseggiano non sono uno scenario certamente positivo. Leggero miglioramento di prestazioni per Spezia e Salernitana rispetto ad un Lecce che arriva invece alla sosta con 4 sconfitte consecutive.

C’è giusto quindi il tempo, per chi potrà, di rifiatare e di allentare la tensione dai numerosi impegni stagionali per i club nazionali, poiché aprile sarà il mese decisamente più cruciale e che darà risposte concrete – si spera – per i protagonisti della nostra Serie A, sia in ambito nazionale che estero.