Una mossa che un po’ tutti gli italiani e gli addetti ai lavori si sarebbero potuti aspettare fino a poco tempo fa ma che ha tardato ad arrivare, ed ora, quando proprio nessuno più se l’aspettava, è proprio l’ormai ex ct della Nazionale azzurra a comunicare le sue dimissioni ufficialmente.
L’ufficialità
Roberto Mancini nelle ultime ore ha rassegnato le sue dimissioni dal suo attuale incarico con la Nazionale tramite una mail recapitata alla Figc che ha a sua volta confermato in un comunicato ufficiale la notizia. Si chiude quindi per il ct azzurro il percorso iniziato nel 2018 che ha portato all’entusiasmo del grande e insperato successo nell’Europeo del 2020, andandosi via via spegnendo con gli ultimi risultati del tutto non soddisfacenti della Nazionale italiana che hanno portato anche alla mancata qualificazione al Mondiale.
Le divergenze con il nuovo assetto
La scelta, per quanto inaspettata, sembra stesse maturando già da tempo, probabilmente già dal periodo di aprile-maggio quando Mancini avrebbe confessato ai suoi collaboratori più stretti il desiderio di tornare ad allenare un grande club. Questa potrebbe essere una delle motivazioni racchiuse in quella “scelta personale” che lo stesso Mancini ha decretato giustificando le dimissioni nel suo post Instagram, corredato poi da una serie di ringraziamenti di rito.
La cosa che più stranisce è la tempistica con cui sia arrivata la decisione, dato che solo a inizio mese era stato anche comunicato il riassetto tecnico-organizzativo dell’intera Nazionale e, proprio Mancini, era stato messo dallo stesso Presidente Gravina a capo della coordinazione per la Nazionale A, l’Under 21 e l’Under 20 con l’incarico di occuparsi della selezione e dell’attività tecnica generale. Forse proprio questi importanti cambiamenti e rivoluzioni interne hanno portato a destabilizzare ulteriormente l’ex tecnico azzurro, già parso demoralizzato e poco coinvolto dopo le ultime batoste subite in campo, vedendosi ora privato anche dei suoi storici collaboratori e dovendo affrontare un nuovo ruolo e una nuova organizzazione completamente diversa.
Ancora lo zampino arabo?
Sicuramente saranno diversi i tasselli che tra supposizioni e conferme avranno portato il ct alla decisione finale anche se le certezze arrivate direttamente dallo stesso Mancini sono sicuramente ridotte rispetto alle speculazioni generali. Si parla anche di una possibile offerta importante
arrivata niente meno che dalla solita Arabia Saudita, decisa a questo punto a metter in risalto a livello internazionale non solo il proprio campionato, ma anche a rilanciare la propria nazionale. Infatti, sembra essere arrivata all’ex allenatore azzurro la proposta ufficiale per ricoprire il ruolo di Commissario Tecnico della Nazionale saudita, con un ingaggio di 18 milioni a stagione. Ulteriori fonti riportano al momento un incremento rispetto all’offerta iniziale che dovrebbe ora passare a ben 40 milioni a stagione per tre anni.
Probabilmente, qualora dovesse essere tutto confermato, potrebbe essere stato questo l’ago della bilancia che ha contribuito definitivamente alla scelta sulle dimissioni dall’attuale incarico. Magari non sarà stata prettamente una questione di ingaggio a far dirottare le volontà dell’ex tecnico della nostra Nazionale, ma l’offerta araba sarà arrivata al momento giusto, facendo chiudere il cerchio di insoddisfazione pratica e disaccordo con le novità introdotte, che stava maturando già nei pensieri di mister Mancini.
I candidati alla sostituzione
Iniziano già le supposizioni sul prossimo sostituto che sarà chiamato a svolgere questo importante ruolo carico di responsabilità, soprattutto dopo il sì decisivo traguardo regalato a tutti gli italiani dell’Europeo portato a casa, ma l’altrettanto e più imminente aspetto che deve lavorare sull’entusiasmo azzurro ormai perduto. Di quell’Europeo sembra essere rimasto ben poco, sotto tutti gli aspetti, e neanche più l’asset in panchina ora sarà lo stesso.
Si vocifera che i principali due nomi candidati per la successione siano quello di Antonio Conte e Luciano Spalletti. Per il tecnico protagonista dell’ultimo Scudetto c’è in ballo ancora una clausola che lo lega al Napoli di De Laurentiis, verso il quale si dovrebbe versare una cospicua penale in caso di nuovo impiego. L’ex Napoli però è attualmente libero, così come l’ex tecnico del Tottenham che però ha come ostacolo quello dell’elevato ingaggio da sostenere a differenza delle aspettative della Nazionale che ha impostato il tetto massimo di ingaggio a 5 milioni.
Per tornare in Nazionale però probabilmente Conte potrebbe essere disponibile ad accettare i suddetti parametri; così come De Laurentiis che eventualmente potrebbe mostrarsi favorevole, trattandosi appunto della Nazionale italiana, a venir meno rispetto alla clausola che lo lega ancora a Spalletti, firmando un via libera per il suo ex tecnico.