Rose ancora incomplete, alcune delle quali a caccia del proprio ‘nove’ e un mercato che, fino a questo momento, non ha regalato grandi acuti. La Serie A è pronta a ripartire con queste premesse nella caccia al Napoli dei record che però, rispetto allo scorso anno, presenta diverse novità, perdendo Kim, Spalletti e il suo DS, Giuntoli.
Sulla scia del Napoli
Quello della passata stagione è stato un dominio a cui poche altre volte abbiamo assistito, con i partenopei in grado di dominare tutte, o quasi, le classifiche. Osimhen miglior marcatore (26 gol), Kvaratskhelia miglior assistman (10) e migliore per dribbling riusciti (74). Napoli primo anche per tiri totali e tiri nello specchio, scendendo dal gradino più alto del podio solo nella classifica dei clean sheet (16 contro i 23 della Lazio difesa da Provedel). La nuova guida tecnica, però, affidata a Rudi Garcia, cambierà le carte in tavola? E’ quello che si chiedono tutti.
Sicuramente lo sperano le inseguitrici come Milan, Inter, Juventus (senza coppe europee), Lazio, Roma e Atalanta.
L’analisi statistica
Ma per capire che stagione sarà proviamo ad analizzare quella appena passata che su 380 gare totali vede 161 vittorie per le partite in casa (42,37%), 100 pareggi (26,32%) e 119 successi in trasferta (31,32%). Numeri in linea con l’anno prima ancora (il 2021-22).
E quando si dice che l’Italia è la patria del tatticismo e della difesa, basta guardare ai dati per trovarne conferma, con il risultato più frequente che nel 2022-23 è stato l’1-1 (54 volte), seguito dall’1-0 (39) e dallo 0-1 (35). Dunque sono 75 le gare con un solo gol (praticamente una ogni cinque finisce 1-0 o 0-1) e venti in tutto l’anno i match terminati con zero reti.
L’importanza dell’attacco
Vero anche quando si dice che le squadre italiane si accontentano di segnare un gol in più dell’avversario considerato che delle vittorie totali in casa (161), 79 di queste sono arrivate con una sola rete di scarto (esattamente il 49, 07%). Percentuale che si alza ancora di più nel caso dei tre punti in trasferta raggiungendo quasi il 60% (59,66%). Una tendenza che ovviamente si riflette sul numero totale di gol messi a segno dalle venti squadre di Serie A.
Lo scorso anno la quota mille non è stata raggiunta, fermandosi a 978 reti. Un dato più basso, non solo dello scorso anno (111 reti in meno), ma soprattutto il peggiore degli ultimi dieci dove solamente un’altra volta i venti club di A non sono arrivati a segnare 1000 gol (era il 2015-16 con 979 reti).
Da qui la necessità di molte big del campionato di investire sull’attacco, nonostante a poche ore dall’inizio del campionato l’Inter cerchi ancora il suo vero numero 9 (non basta Arnautovic dopo gli addii di Lukaku e Dzeko), mentre la Roma di Mourinho, visto il ko di Abraham, ne aspetta ancora due, presentandosi allo start della stagione con il solo Belotti che lo scorso anno non ha mai trovato la via della rete in Serie A.
Da adesso, però, a parlare sarà il campo e non solo per il Gallo, ma per tutti. All’inseguimento di un Napoli che 33 anni dopo l’ultima volta ricomincerà con lo Scudetto sul petto.