Lascio sereno, senza rimpianti”. E viene proprio da credere a Gigi Datome nel momento in cui ha pronunciato queste parole alla fine del Mondiale di basket appena conclusosi nelle Filippine che ha visto l’Italia arrivare all’ottavo posto, tra le prime otto nazionali al mondo. Il capitano Azzurro lascia con i colori della maglia azzurra addosso e forse non poteva andare diversamente dopo i 16 anni nei quali l’ha indossata.

I numeri

203 partite disputate, 1766 punti messi a segno, due Mondiali e sei Europei disputati, dove i migliori risultati, in entrambe le competizioni, sono stati i quarti di finale giocati. In quest’ultima edizione dei Mondiali, i quarti sono arrivati a Manila, per un risultato che l’Italia non conseguiva da 25 anni. Basta poco per capire che questi non possono essere numeri come altri. Anche perché nella lunga militanza in azzurro Gigi è cambiato tantissimo. Il ragazzino sbarbato delle prime apparizioni ha deciso di metter su, oltre la barba più famosa dell’intera pallacanestro europea, soprattutto tecnica e carattere.

Si è adattato all’evoluzione del gioco, perché lui che nasce come esterno è diventato un’ala a tutto tondo, capace di colpire sia dal perimetro che dal midrange. Nell’ultimo mondiale si è dimostrato prezioso anche come uomo squadra e decisivo nei minuti che coach Pozzecco gli ha concesso nonostante l’età. La maglia, prima di tutto, che sia quella dell’Italia o di un club, poco importa. Quello che resterà di Datome, dopo il suo addio al basket giocato, sarà sicuramente il comportamento di un campione che non lo è stato solo in campo, ma anche fuori.

Il percorso e le tappe

Il rettangolo di gioco, poi, è stata la sua vita, così come le squadre per le quali ha giocato. Da Siena a Scafati, passando per la Virtus Roma e l’Olimpia Milano in Serie A. Non sono mancate esperienze fuori come quella in Turchia col Fenerbahçe, con cui ha vinto un titolo in Euroleague, dopo due anni di esperienza in NBA con le canotte di Detroit Pistons e Boston Celtics.

In totale la bacheca ne conta 16 di titoli, dove spiccano i tre Scudetti vinti con Siena (2004) e Olimpia Milano (2022-2023). Insomma, ha potuto chiudere una carriera al vertice, trovando la serenità che serve per dire ‘basta’ e che non sempre i grandi campioni hanno. A lui non è mancata, consapevole che il basket resterà la sua vita. Certo il parquet non lo calcherà più da giocatore ma probabilmente in altre vesti e a prescindere da quello che il futuro potrà riservargli, per un po’ nessuno gli toglierà il fatto di essere il decimo giocatore di sempre per presenze con la maglia della Nazionale.

Duecentotrè, come detto, in una classifica  comandata da Pierluigi Marzorati a quota 277, seguito dall’Hall of Famer Dino Meneghin, a quota 271. Ma se si contano anche le presenze nelle nazionali giovanili, Datome è il recordman assoluto per l’Italbasket, avendo disputato 323 partite in totale. Un dato che meriterebbe attenzione da parte della Federazione, magari chiamandolo a far parte del club Italia. Se Gigi vorrà…