Il numero uno del tennis mondiale, Novak Djokovic, possiamo definirlo ‘Re’ senza tempo, non solo per l’ultimo successo agli US Open, per la quarta volta in carriera, o per il record di settimane in vetta al ranking, ma perché a 36 anni non accenna a diminuire la sua voglia di vincere.

L’uomo dei record

E’ arrivato, con il successo a Flushing Meadows dove ha sconfitto Daniil Medvedev in soli tre set, ad eguagliare il record di 24 titoli del Grande Slam in singolare di Margaret Smith Court, ha vendicato la sua sconfitta contro il russo nella finale di due anni fa e a 36 anni è diventato il più anziano campione maschile nella storia degli US Open di New York.

Nole è anche il primo tennista a vincere tre eventi del Grande Slam nella stessa stagione per quattro volte. Detiene il record di 12 major vinti dopo aver compiuto 30 anni. E’ tornato al n.1 del ranking Atp superando Carlos Alcaraz e ha intenzione ancora di restarci e di incrementare il numero degli Slam vinti per rimanere solo in vetta a questa speciale classifica, magari chiudendo in bellezza la carriera con un Grande Slam che sarebbe storico per tanti motivi. Nella finale 2021 era stato proprio Medvedev a rovinare il sogno del Grande Slam a Djokovic. L’ultimo a conseguirlo nel maschile rimane Rod Laver nel 1969, ma l’anno prossimo il serbo sicuramente ci riproverà.

Il sogno da bambino e il suo percorso

Nole racconta spesso la storia del suo sogno d’infanzia. A sette anni voleva vincere Wimbledon. Quel ragazzo non sapeva che avrebbe realizzato poi molto, molto di più. Novak nasce il 22 maggio del 1987 a Belgrado, da Srdan Djokovic e Dijana Zagar. Ha due fratelli minori, Marko e Djordje, anche loro con la passione per il tennis. Il piccolo Novak si avvicina a questa disciplina sportiva quando, all’età di sei anni, vede costruire dei campi davanti alla pizzeria dei genitori, nei pressi della cittadina di Kopaonik e inizia a giocare con l’ex giocatrice Jelena Gencic che sarà la sua prima allenatrice. Dopo lo scoppio della guerra in Jugoslavia, nonostante i bombardamenti, Djokovic continua i propri allenamenti per inseguire il suo sogno.

Quando il serbo ha iniziato la sua carriera, il record di 14 titoli Major di Pete Sampras nel singolare maschile incombeva enorme e sembrava inarrivabile. I principali rivali di Djokovic, Roger Federer (arrivato a 20 Slam) e Rafael Nadal (arrivato a 22), si profilavano ancora più grandi ma è riuscito col tempo a superarli entrambi.

Le critiche

Il successo di Djokovic agli US Open, dopo le tante polemiche che aveva generato in epoca covid e con l’esclusione dagli Australian Open, ha generato nel suo paese, la Serbia, un sentimento di maggiore rivalsa, tanto che in cinquantamila persone hanno festeggiato lui e la nazionale di basket serba giunta seconda ai mondiali nelle Filippine. “Sono senza parole e succede poche volte, emozioni del genere non accadranno più“, ha detto Djokovic in lacrime e tra gli abbracci dei giocatori della nazionale serba di basket, festeggiata a Belgrado.

Quando nel gennaio del 2010 quando perse al quinto set dei quarti di finale degli Australian Open contro Jo-Wilfried Tsonga a causa di forti dolori allo stomaco, il campione serbo scoprì che il motivo di quegli spasmi era una forte intolleranza al glutine. Proprio nel 2022 questo argomento diventò oggetto di numerose critiche per la sua scelta di non vaccinarsi contro il Covid-19. Ma questo è ormai il passato, ora Djoker, come viene soprannominato, punta solo al 25: il 24 è già alle spalle.