Tornano le sere d’Europa, quelle che fanno passare notti insonni ai tifosi e agitare gli allenatori di un continente intero. La stagione 2023-24, poi, sarà l’ultima con il format che conosciamo della Champions League perché dal prossimo anno partiranno i cambiamenti annunciati, ma questo per ora poco importa a chi dovrà dare la caccia alla coppa dalle grandi orecchie.

Le favorite

Favorita, ancora una volta, non può che essere il Manchester City di Pep Guardiola, reduce da un ‘Treble’ che non sembra aver appagato Haaland e compagni a lungo. I Citizens hanno messo nel mirino, dopo il primo storico successo dello scorso anno, la doppietta di quest’anno, ma si sa, il calcio è imprevedibile e l’Europa più che mai. La legge del ‘più spendi e più vinci’ non è scienza e lo dimostrano i tentativi del Psg, fin qui falliti, di primeggiare in Champions.

Impossibile, però, non mettere i parigini di Luis Enrique, così come il Bayern Monaco e il Real Madrid, tra le altre favorite del torneo. Soprattutto quando in panchina hai una figura come Carlo Ancelotti che, dopo aver vinto tutto, a fine stagione saluterà l’Europa per volare in Brasile nella veste di nuovo ct e vorrà provare ad arrivarci con l’ennesima Champions alzata (sarebbe la quindicesima del Real).

E le italiane?

Negli occhi abbiamo ancora la stagione passata con tre italiane su quattro in semifinale e le lacrime dei giocatori dell’Inter nella finale persa a Istanbul proprio contro il Manchester City. Replicare un percorso simile sarebbe un successo incredibile per un calcio sempre più in difficoltà, ma già avvicinarcisi dimostrerebbe la non casualità dello scorso anno.

Certo studiando la storia recente della competizione, l’Italia e i suoi club hanno ricoperto un ruolo da comparsa in campo europeo. Negli ultimi dieci anni per sei volte ha trionfato una spagnola (5 successi per il Real Madrid e 1 per il Barcellona), tre volte un club inglese (Liverpool, Chelsea e Manchester City) e una volta la Germania con il Bayern Monaco. L’Italia, per risalire all’ultimo successo, deve scavare fino al 2010 con il triplete di Mourinho sulla panchina dell’Inter, poi da quel momento solo tre finali raggiunte (due della Juventus e una ancora dei nerazzurri) ma tutte perse.

Il percorso

Una tendenza che comunque Napoli, Inter, Milan e Lazio proveranno a invertire da questa stagione, a partire dall’impegno iniziale nel superare al meglio la fase a gironi con l’urna di Nyon che è stata penalizzante soprattutto con il Milan. Posizionato in terza fascia, i sorteggi hanno portato in dote Psg, Borussia Dortmund e il Newcastle di Sandro Tonali. E proprio dalla sfida all’ex riparte il girone Champions rossonero dopo il traguardo della semifinale dello scorso anno.

Era stato fatale in quell’occasione (ancora una volta) il derby tutto italiano contro l’Inter che aveva proiettato i nerazzurri in finale e che ritornano nella competizione, una stagione dopo, tentando l’impresa di tornare a giocarsi il titolo, replicando almeno l’ultimo risultato e sperando di cambiarne il finale. Certo, rispetto alla squadra che ha disputato la scorsa finale con il Manchester City, quella di Inzaghi è un’altra rosa.

L’avvio solido in campionato lascia ben sperare, così come il girone, dove dalla prima fascia è arrivato il Benfica, per poi completare il gruppo con Salisburgo e Real Sociedad. Un girone potenzialmente favorevole e di certo all’altezza dell’Inter, con l’obiettivo il primo posto per pescare le seconde dei gironi negli eventuali ottavi.

Le altre in corsa…

Ma attenzione a sottovalutare gli avversari. Cosa che non dovrà fare nemmeno la Lazio visto che sulla carta, insieme all’Atletico Madrid, è la favorita a passare la fase a gironi. C’è di mezzo il campionato però, dove l’avvio di stagione non è stato dei migliori con appena tre punti in quattro giornate arrivati dall’unica vittoria contro il Napoli. Poi tre sconfitte, di cui l’ultima con la Juventus, rischiando di portarsi dietro gli strascichi anche nel giorno dell’esordio in Champions contro i Colchoneros.

Tossine che dovrà smaltire anche il Napoli, oggi lontano parente della squadra spallettiana che lo scorso anno ha triturato il campionato, arrivando anche ai quarti di finale di Champions. Lì dove nemmeno Maradona era riuscito. L’esordio a Braga, però, potrebbe permettere a Osimhen e compagni di cominciare con il piede giusto, con l’unico pericolo vero e proprio del gruppo che si chiama Real Madrid. A completare il girone l’Union Berlino di Bonucci, ma per De Laurentiis passare il turno, anche come seconda forza del gruppo, è solamente l’obiettivo minimo.