Si può vincere lo Scudetto, restare nella squadra Campione d’Italia eppure essere infelici?
A quanto pare sì. Chiedere a Victor Osimhen per credere, il bomber scontento all’ombra del Vesuvio. E pensare che l’estate, nonostante le tantissime voci di mercato, sembrava aver rafforzato il legame tra l’attaccante e una città già ai suoi piedi. La resistenza di De Laurentiis alle offerte arrivate dalla Premier League e dalla ricca Arabia, il rinnovo a un passo e la doppietta all’esordio stagionale contro il Frosinone a testimoniare che nulla fosse cambiato: tutto lasciava presagire all’ennesima stagione trionfale.
Gli ultimi eventi
Eppure a vedere oggi Victor è evidente che qualcosa si sia rotto, con l’apice nel controverso caso Tik Tok che è stato solamente l’ultima goccia per un vaso già pieno di crepe. Da qui la non esultanza dopo l’ultimo gol contro l’Udinese e il video, diventato virale, in cui non saluta Demme e Zielinski entrando a Castel Volturno. Tutto questo dopo aver sbagliato un rigore contro il Bologna, venendo sostituito da Garcia con tanto di commenti non propriamente opportuni del centravanti nei confronti del tecnico al momento del cambio.
Il rendimento
L’altalena imprevista di risultati del Napoli e una fumata bianca per il rinnovo mai arrivata hanno fatto il resto, rompendo quello che sembrava un rapporto solido e consolidato e scopertosi essere più fragile del previsto. Eppure, numeri alla mano, il rendimento di Osimhen continua a essere addirittura migliore di quello dello scorso anno quando dopo le prime sei giornate del campionato i gol erano appena due, questa volta sono quattro, a una lunghezza da Lautaro Martinez capocannoniere.
Contando addirittura tutto il 2023 è il quarto miglior marcatore dei cinque campionati top con 21 reti, dietro solamente a Kane, Haaland e Gimenez. Numeri che farebbero felice chiunque, ma non il 9 azzurro. Perché le statistiche non sono tutto e nonostante le scuse ufficiali di ieri del Napoli per il video postato maldestramente su Tik Tok e poi rimosso, la sensazione è che tra Victor e il club di De Laurentiis si sia intrapresa una strada dalla quale non è possibile tornare indietro e con una sola uscita: la cessione.
La situazione si è fatta critica
Anche il comunicato partenopeo che definisce Osimhen un “patrimonio” lascia spazio a una duplice interpretazione perché come lo è per la propria squadra, lo sarebbe anche in caso di un suo addio. Le parole dell’agente, Roberto Calenda, infatti, assomigliano molto ad una mossa del gioco degli scacchi. Quella chiamata il “gambetto del re”, una delle aperture più aggressive che chiama subito l’avversario a una scelta delicata: assecondare la logica di sacrificare qualche pedone per aprire traiettorie pericolose oppure restare sulla difensiva.
Il Napoli si trova in una situazione analoga, con la differenza che Victor Osimhen non è un pezzo minore della scacchiera azzurra, ma anzi potrebbe esserne sicuramente il re.
Per questo ora il coltello dalla parte del manico lo ha il giocatore con il suo entourage perché per non adire le vie legali contro il club chiederà probabilmente di essere ceduto e senza un rinnovo al contratto che scade nel 2025, De Laurentiis si troverebbe spalle al muro già da gennaio con Chelsea e ancora gli arabi a chiamare Victor.