Track limits, usure dei fondi delle monoposto, limite nell’utilizzo di alcuni pezzi durante l’anno. I tifosi e gli appassionati della Formula 1 sono in protesta per le tante, secondo molti, troppe regole che la FIA sta inserendo di anno in anno all’interno della competizione.
Tutela per i piloti?
Alla base c’è sempre la tutela del pilota, sia chiaro, ma la stessa tutela che viene probabilmente presa in considerazione meno in altre circostanze ancora molto comuni. Come ad esempio quando si decide di correre in posti come il Qatar con piloti costretti a ritirarsi per il troppo caldo, in certi casi addirittura finendo per vomitare o farsi visitare dal team di pronto soccorso.
Le critiche
Le proteste si sono riaccese nell’ultimo GP in America, quello di Austin, dove Leclerc e Hamilton sono stati squalificati. Il motivo? Il provvedimento è scattato per entrambi i piloti a causa di un’eccessiva usura del fondo della macchina. Nulla di premeditato quindi: semplicemente, i troppi avvallamenti del tracciato a stelle e strisce hanno danneggiato sia Ferrari che Mercedes.
Non sono seguite tanto le polemiche da parte di Mercedes e Ferrari in questo caso specifico, ma piuttosto quelle dei tifosi ed appassionati di più vecchia data della Formula 1 che non hanno tardato a farsi sentire numerosi. Per molti, infatti, tutte queste regole sembrerebbero quasi a difesa della RedBull e in particolare di Verstappen, al quale gli sarebbero state perdonate cose che ad altri vengono invece sanzionate in modo fiscale.
I dubbi
Soprattutto alla Ferrari che, oltre a non avere più la competitività di un tempo, ha anche molto meno peso specifico all’interno del “palazzo” della Formula 1. Le polemiche, però, come detto non sembrano scemare e tornando al gran premio di Austin, dopo le squalifiche di Hamilton e Leclerc nel post gara, la FIA ha pubblicato un documento che spiega cosa è successo, come si è arrivati alla squalifica e quali sono le procedure di verifica che hanno portato a rilevare un’usura delle assi oltre i limiti previsti dal regolamento.
Le dichiarazioni ufficiali
A esser contestate sono le tempistiche di queste verifiche e le modalità, due punti sui quali la FIA ha prontamente ribattuto. “Il processo di verifiche tecniche non si limita ai controlli post-qualifica e post-gara” – si legge nella nota pubblicata – “la FIA conduce anche ulteriori esami tra le qualifiche e la gara, e oltre al numero di vetture selezionate per i controlli post-gara, almeno una viene selezionata per un’analisi ancora più dettagliata sui componenti interni. Questi interventi sono invasivi e spesso richiedono lo smontaggio di componenti significativi che non vengono regolarmente controllati a causa del tempo necessario per eseguire la procedura. Questo processo prevede il confronto dei componenti fisici con i file CAD che i team sono tenuti a fornire alla FIA, nonché la verifica dei dati del team che viene costantemente monitorata dagli ingegneri software della FIA“.
Sul processo, invece, specifica come “per ogni cosa in F1, tutto si sia evoluto e perfezionato nel corso degli anni, fino a costituire un metodo rigoroso e approfondito“. Tradotto: non si torna indietro, che piaccia o meno.