Mondiale assegnato a Verstappen, campionato costruttori alla RedBull, eppure il Gran Premio di Las Vegas porta con sé una ventata di novità e qualche polemica. Già, perché i puristi della Formula 1 non stanno apprezzando particolarmente la presentazione in stile Super Bowl del GP che va ad aggiungersi a quello già presente di Austin in America.
Il precedente storico
Ma non è la prima volta che si corre a Las Vegas: negli anni ’80, infatti, sono stati disputati due Gran Premi, decisivi per il titolo mondiale del 1981 e del 1982. Il circuito, però, non era lo stesso in cui i piloti gareggeranno quest’anno: era infatti ricavato intorno al parcheggio del Caesars Palace e non nel centro della città, e la gara si svolgeva di giorno.
L’intrattenimento pre gara
E sicuramente, a differenza del passato, la novità assoluta è stata uno spettacolo che ha coinvolto cantanti e deejay internazionali abilmente gestiti nello stile dell’halftime show del Super Bowl, ovvero il Sacro Graal in termini di intrattenimento. Come ultimo atto dello spettacolo i piloti sono emersi sui sette palchi predisposti sul rettilineo di partenza, accolti dall’applauso del pubblico accorso sull’immensa tribuna principale da 18.000 spettatori.
Ma qual è l’obiettivo di tutto questo? Conquistare un mercato, quello americano, spesso refrattario alla Formula 1. E dunque la sfida è correre a Las Vegas, nella città sinonimo di esagerazione, che comporta il doversi proporre in modo adeguato al luogo. Per quanto i locali siano abituati a tutto ciò che è intrattenimento, l’arrivo del Gran Premio ha registrato reazioni contrastanti. Alla fine tutti hanno concordato che il bilancio sarà fatto questa domenica al termine della prima edizione, valutando disagi e benefici.
Il tracciato
Il tracciato, poi, sarà molto diverso rispetto a quello degli anni ’80. Lungo 6,201 km, avrà 17 curve (11 a sinistra, sei a destra) e si percorrerà in senso antiorario. Si tratta della seconda pista più lunga del calendario 2023, preceduta solo da Spa Francorchamps. Si presenta inoltre molto veloce con lunghi rettilinei, dove si raggiungeranno velocità non lontane da quelle dell’Autodromo di Monza, con difficoltà nel frenare e fermare la macchina.
Sono presenti curve a 90° che sotto certi punti di vista possono assomigliare a quelle di Singapore. Diversi anche i curvoni veloci che caratterizzano il circuito e richiedono l’uso dei freni per due curve consecutive solo alla 7, alla 8 e alla 9.
Le insidie
Soltanto la prima di queste comporta una decelerazione di almeno un secondo e mezzo. La più impegnativa per i freni, però, è la curva 14: le monoposto arrivano a 334 km/h e i piloti devono frenare per 2,19 secondi, percorrendo in quel lasso di tempo 120 mt.