Non sarà stato come battere il Cile di Pinochet in trasferta e in un contesto decisamente ostile, ma vincere la Coppa Davis, 47 anni dopo l’ultima volta, ha comunque un sapore speciale. Lo si capisce anche dall’invito del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presentato per ricevere la squadra Azzurra al Quirinale con l’Insalatiera più famosa del mondo.

Andrà trovato il giorno, ma il Capo dello Stato, da sempre vicino allo sport, non mancherà di dare il suo supporto e il suo plauso ai ragazzi guidati da Filippo Volandri. E pensare che prima di raggiungere le finali di Malaga c’era stato lo scossone di Jannik Sinner che rinunciò al turno precedente di Davis perché non al meglio dopo la stagione sul cemento americano, sollevando non poche polemiche visto il suo terzo rifiuto all’Italia.

Polemiche e fatti

C’è chi addirittura lo ha accusato di non essere un patriota, tutte critiche rispedite al mittente a suon di prestazioni nel momento in cui serviva di più. Come quando nella stessa giornata ha battuto due volte Djokovic, prima in singolo e poi in doppio, trascinando l’Italia alla finale poi vinta contro l’Australia grazie a uno straordinario Arnaldi che ha portato in vantaggio gli Azzurri, lasciando poi ancora una volta a Sinner il compito di chiudere la pratica.

E il numero quattro al mondo lo ha fatto senza vacillare in due set, con una determinazione tipica di chi è destinato ad essere il numero uno del mondo in futuro. Fino a domenica scorsa l’anno di riferimento era il 1976, la stagione d’oro del tennis italiano, quello dell’unico trionfo in Coppa Davis grazie a Capitan Nicola Pietrangeli e tennisti come Panatta, Bertolucci e Barazzutti in squadra. Adesso si aggiunge il 2023 alle date da segnare in rosso e da ricordare, nonostante il rapporto tra l’Italia e la Davis non sia stato sempre rose e fiori.

Precedenti storici

Tutt’altro. Gli Azzurri esordirono nel 1922 contro la Gran Bretagna, con una sconfitta. Per la prima finale bisogna attendere il 1960. Nel 1976 l’unico successo targato Barazzutti, Bertolucci, Panatta, Zugarelli. Prima e dopo altre finali (8 in totale, compresa quella di Malaga) ma nessun altro trionfo. Fino a quando l’Italtennis di Volandri, trascinata da Jannik Sinner (insieme a Lorenzo Sonego, Matteo Arnaldi, Lorenzo Musetti e Simone Bolelli) non ha deciso di mettere un punto alla storia.

Il futuro

Firmare un trionfo che apre una nuova era per il tennis azzurro. E i dati, ormai, sono sotto gli occhi di tutti: tesserati in aumento, settore maschile in ascesa e una base pronta a sfornare altri talenti, anche nel femminile.