Il 2024 è alle porte, il primo quarto di stagione è concluso e in NBA è tempo di primi bilanci. E se la sorpresa più grande è forse quella a ovest con Minnesota prima in modo inaspettato, dall’altra parte degli Stati Uniti, la grande delusione di questo avvio, si chiama Detroit.

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Orlando Magic

I Magic di Paolo Banchero sono una vera e propria rivelazione di questo avvio di annata. Lo young core capitanato da Banchero e Wagner sembra pronto a riportare la franchigia della Florida ai fasti del passato grazie a tanta intensità, energia e atletismo, oltre ad una difesa di tutto rispetto, che garantisce un discreto numero di vittorie in stagione regolare.

Da sottolineare il grande lavoro svolto finora in panchina da coach Mosley che sta rendendo Orlando una delle squadre più divertenti da veder giocare, facendo crescere tutti i giovani presenti a roster. In un est dove il talento è livellato verso il basso, un vantaggio di 7 partite sulla squadra che occupa attualmente l’undicesimo posto può già garantire ottime possibilità di strappare perlomeno il pass per il play-in.

Oklahoma City Thunder

Come per i Magic, anche i Thunder stanno sorprendendo tutti in questo avvio di stagione. L’inizio di carriera NBA di Chet Holmgren, dopo una stagione passata ai box per infortunio, è ai limiti della perfezione ed il prodotto di Gonzaga è già un fattore in entrambe le metà campo.

La stella della squadra Shai Gilgeous-Alexander si candida per un posto tra i papabili vincitori dell’MVP viaggiando a oltre 30 punti di media a partita e affermandosi come un two-way player a tutti gli effetti. L’ovest è un vero e proprio Far West, ma OKC ha lanciato il messaggio di voler tornare protagonista.

Minnesota Timberwolves

Ladies and gentlemen, i Wolves sono arrivati. Dopo anni difficili che hanno però portato a scelte alte al draft, il treno del rebuilding è finalmente arrivato a destinazione. Le due apparizioni consecutive ai playoff negli ultimi due anni hanno temprato Minnesota che ora si candida come vera e propria contender. La crescita esponenziale di Anthony Edwards è uno dei principali fattori della rinascita dei Timberwolves, così come l’arrivo del tanto bistrattato Gobert.

Il centro francese si sposa perfettamente al fianco di Karl Anthony-Towns e garantisce una difesa interna impenetrabile, che in stagione regolare assicura un bel bottino di vittorie. La profondità di roster e la capacità di coach Finch nel gestirlo saranno le chiavi per fare strada anche in post season.

Flop

Detroit Pistons

Come in casa Spurs, anche nel quartier generale dei Pistons si respirava grande fiducia in preseason. Fiducia, anche in questo caso, persa dopo nemmeno 20 partite. Detroit, nonostante il rientro di Cunningham e l’arrivo in panchina di Monty Williams, è ultima ad est con un record negativo di 27 sconfitte di fila, a meno uno dal record all time della competizione.
Numeri drammatici per una squadra che può vantare tre giocatori scelti in top-5 negli ultimi 3 draft, tanti altri giovani interessanti, due veterani del calibro di Bogdanovic e Burks e un allenatore che vanta un’apparizione alle Finals con Phoenix nel 2021.

Golden State Warriors

La franchigia capitanata da Steph Curry e allenata da Steve Kerr è una delle più grandi delusioni di questo avvio di stagione. La trade che in estate ha portato in California Chris Paul al posto di Jordan Poole non sta dando gli effetti sperati e le continue squalifiche collezionate da Draymond Green non aiutano l’ambiente a riprendersi.

A differenza degli anni passati lo spogliatoio dei Warriors sembra spaccato e non più unito come un tempo. Le tante partite perse facendosi rimontare vantaggi in doppia cifra, i dubbi legati al rinnovo del contratto in scadenza di Klay Thompson e i giovani non ancora sbocciati sono tra le principali red flag di una stagione che se non svolta rischia di essere un enorme fallimento. Le avversarie ad ovest corrono e non si voltano indietro per aspettare Curry e compagni.

San Antonio Spurs

L’effetto Wembanyama aveva fatto pensare a molti, che gli Spurs avrebbero potuto lottare per un posto ai play-in già da quest’anno. La realtà invece è ben differente, con San Antonio che ha collezionato solo 3 successi a fronte di 20 sconfitte, ben 18 consecutive. Questi numeri valgono l’ultimissimo posto in classifica della Western Conference con l’ambizione post season già svanita.

Avvio non facilissimo nemmeno a livello personale per Wembanyama, che dopo aver messo a referto numeri interessanti ha iniziato a faticare al tiro, vedendosi scavalcare da Holmgren nella corsa al premio di rookie dell’anno. Il francese ex ASVEL, dovrà cercare di invertire la rotta dei suoi Spurs per provare perlomeno a portarsi a casa il premio di miglior matricola.