Esonerare un allenatore in Serie A può essere un’arma a doppio taglio, come ‘sfogliare’ una margherita: ‘funziona, non funziona‘ si chiedono i dirigenti dei club in crisi. Da un lato, infatti, può portare un cambio di mentalità e risultati positivi per la squadra, dall’altro può creare instabilità e indebolire ulteriormente il morale di giocatori in difficoltà.
L’analisi
Dipende molto dalla situazione specifica e dalla capacità della nuova guida di gestire la squadra in modo efficace. In ogni caso, esonerare un allenatore non è una soluzione miracolosa e richiede un’attenta valutazione delle alternative disponibili. In molti casi, in particolare in Italia – ma tutto il mondo è paese in questo caso -, si cambia il tecnico quando le cose non vanno bene o almeno quando non vanno come la proprietà si sarebbe augurata.
L’esonero di un allenatore a stagione in corso può essere una decisione opportuna o necessaria per diverse ragioni, tra cui la mancanza di risultati positivi, il deterioramento dell’armonia all’interno della squadra o il bisogno di provare nuove soluzioni per invertire una tendenza negativa.
In questa stagione di Serie A sono stati diversi i cambi in panchina che hanno visto coinvolti club come Empoli, Salernitana, Udinese, Napoli, Roma e Sassuolo.
Valzer allenatori in Serie A
L’ultimo tecnico a lasciare la sua panchina è stato Alessio Dionisi: decisiva la sconfitta (la quinta nelle ultime sei giornate) dei neroverdi nello scontro salvezza contro l’Empoli. La squadra è stata al momento affidata a Bigica, l’allenatore della Primavera.
Stagione tormentata in panchina e non solo per il Napoli di De Laurentiis che dopo l’addio di Spalletti in seguito al trionfo scudetto, ha affidato la squadra al francese Rudi Garcia, senza ottenere il successo sperato.
Quindi il cambio per richiamare una vecchia conoscenza dei partenopei, Walter Mazzarri. Anche con lui le cose non sono migliorate, anzi, se possibile sono andate anche peggio. Si è quindi deciso di andare su Francesco Calzona, ct della Slovacchia e primo tecnico in Serie A con il doppio incarico, ma la squadra non sembra ancora aver assimilato i nuovi concetti.
Cosa invece che è avvenuta all’Empoli affidata al ‘mago’ delle salvezze Davide Nicola, arrivato dopo Andreazzoli e Zanetti, con i toscani che hanno preso decisamente la via della salvezza uscendo dalla zona maggiormente a rischio.
Diverso il discorso legato alla Salernitana con Pippo Inzaghi che ha preso il posto di Paulo Sousa, ma esonerato con la squadra ora ultima in classifica e affidata a Fabio Liverani.
I risultati ancora non si vedono, con voci insistenti di un possibile ritorno del Pippo nazionale sulla panchina dei campani, anche se il dt dei campani Walter Sabatini smentisce.
Anche l’Udinese sembra aver avuto qualche beneficio dal cambio tecnico: Andrea Sottil ha lasciato spazio al ritorno di Gabriele Cioffi e la squadra da qualche settimana sembra girare meglio.
Il risultato migliore
Fino ad ora la squadra che più ha giovato del cambio di allenatore, però, è stata la Roma. I Friedkin hanno deciso, un po’ a sorpresa, di esonerare lo “Special One” Josè Mourinho, con la squadra pericolosamente lontana dalla zona Champions e fuori dalla Coppa Italia.
La direzione ha optato per il quasi esordiente Daniele De Rossi, bandiera della squadra giallorossa (per i tifosi “Capitan Futuro” quando giocava), che ha infilato cinque successi in campionato, con un solo ko contro la capolista Inter e la qualificazione in Europa League nel doppio confronto contro il Feyenoord, peraltro battuto già due volte dal portoghese nei due anni precedenti.
Chi ben comincia è a metà dell’opera e per De Rossi completare il lavoro vuole dire posto in Champions e conferma almeno per il prossimo anno.