La marcia di Jannik Sinner prosegue e, dopo il successo di ieri contro Machac, l’azzurro diventa il primo tennista a raggiungere le venti vittorie nel 2024.

Dichiarazioni e precedenti

Fisicamente mi sento bene, si tratta di allenarsi bene per essere in posizioni come queste — ha detto l’azzurro a fine match —. Per me questo è un torneo speciale perché qui ho fatto la mia prima finale di un Masters 1000“.

Una finale che non riuscì a vincere, come quella dello scorso anno contro Carlos Alcaraz. Ecco allora che l’obbligo del tennista altoatesino è quello di arrivare quanto meno all’ultimo atto del torneo onde evitare di perdere punti rispetto allo scorso anno.

Numeri e attualità

Certo il 2024 lascia bene sperare: successo a Melbourne, poi a Rotterdam e semifinale a Indian Wells. Numeri che gli sono valsi già 3000 punti nella race per Torino, per la quale ha già un piede dentro se pensiamo che lo scorso anno Rune, da ottavo, ci arrivò con poco più di 3400 punti.

E mentre Djokovic dopo sei anni dice addio al suo coach con il quale ha vinto dodici titoli slam (Ivanisevic), Sinner prosegue la sua marcia e altrettanto spera di fare Alcaraz che a Miami non ha ancora perso un set.

C’è ancora Medvedev contro Sinner

Intanto l’azzurro incontrerà ancora Medvedev sulla sua strada. Il russo numero 4 al mondo ha battuto stanotte Nicolas Jarry in due set combattuti e si prepara così alla sfida numero 11 contro Jannik.

È proprio l’altoatesino il giocatore che più volte Medvedev ha affrontato in carriera, 10. E se inizialmente Jannik vedeva in Daniil la sua bestia nera – sconfitto nelle prime sei occasioni, e in alcuni casi anche sbeffeggiato (lo sbadiglio delle Finals a Torino nel 2021 resta nella storia) -, oggi è riuscito a ribaltare completamente la situazione.

È stata proprio a Miami l’ultima sfida che Sinner ha perso contro Medvedev, da lì in poi solo vittorie, 4. L’ultima ancora la ricordiamo: il suo primo titolo slam a Melbourne. Nei due quarti di finale ancora rimasti da giocare, si prospetta il passaggio di turno per Alcaraz e Zverev.

Lo spagnolo se la deve vedere con il sempre pericoloso Dimitrov (testa di serie numero 11 e un passato da numero 3), mentre il tedesco si trova davanti un ostacolo superabile come l’ungherese Marozsan, numero 57 del ranking mondiale.