La strada verso la finale di Dublino del prossimo 22 maggio è quasi del tutto tracciata. Soltanto un’ultima fatica e poi le due finaliste dell’Europa League saranno finalmente determinate: Atalanta e Marsiglia sono per il momento in una situazione di assoluto equilibrio, mentre lo scontro tra Bayer Leverkusen e Roma appare ampiamente instradato ma può ancora regalare inaspettati colpi di scena.
Al Gewiss Stadium la Dea ha l’occasione irripetibile di scrivere una pagina importantissima della propria storia. I bergamaschi sono infatti sopravvissuti al difficile crocevia del match di andata al Velodrome, portandosi immediatamente in vantaggio con Gianluca Scamacca per poi vedersi recuperare da una splendida rete del difensore-goleador Chance Mbemba. I nerazzurri hanno tuttavia mostrato una incredibile compattezza di squadra e potranno ora giocarsi la possibilità di conquistare la loro prima finale nel proprio stadio, dove in questa competizione hanno perso solamente due partite sulle 17 disputate in totale (10V, 5N) mantenendo ben otto volte la porta inviolata. Per i bergamaschi il pericolo pubblico numero uno resta invece il solito eterno Pierre-Emerick Aubameyang, capocannoniere con 30 gol della moderna Europa League (dal 2009/10 in avanti).
La Roma è attesa invece da un’impresa semplicemente titanica. La sconfitta interna per 0-2 rimediata nel match di andata dell’Olimpico, decisa dalle reti del baby fenomeno Wirtz e di Andrich, rende l’appuntamento della BayArena un’autentica montagna da scalare per Dybala e compagni contro i freschi campioni di Germania, ancora peraltro imbattuti in questa stagione. Le Aspirine inseguono infatti due straordinari traguardi: la prima finale europea dal 2001/02, quando persero contro il Real Madrid in Champions League, e soprattutto la striscia record assoluta di risultati utili consecutivi per una squadra del vecchio continente, considerando anche le competizioni internazionali. I ragazzi di Xabi Alonso sono fermi (si fa per dire) per ora a 48 incontri di fila e condividono il primato con il Benfica, che ci riuscì tra il 1963 e il 1965: basterebbe non perdere per entrare di diritto nella leggenda.