Dai giocatori al tecnico, passando per i dirigenti: tutti sono finiti sul banco degli imputati in casa Milan per una crisi sfociata nella pioggia di fischi di sabato sera dopo la sconfitta contro l’Udinese. I tifosi rossoneri sono stufi di una squadra che nelle ultime quattro partite ha perso tre volte e pareggiato una, tra l’altro con il Napoli dopo aver sprecato il 2-0 guadagnato.

L’altra faccia dei rossoneri

Non a caso l’ultima vittoria risale ormai a un mese fa contro il Genoa (era il 7 ottobre), poi i ko con Juventus, Psg e appunto Udinese, conditi con un mercato, soprattutto quello d’attacco, che non decolla, un Leao irriconoscibile e diverse incomprensioni tra tecnico e calciatori, vedi le tensioni tra capitan Calabria e Pioli post Champions.

Problema leadership

Insomma, nulla o quasi sta girando a Milanello e per questo Pioli, alla vigilia della sfida di ritorno con il Psg, conferma che “è giusto che ci fischino“. Come dicevamo, però, i motivi dell’andamento lento del Milan sono imputabili a diversi fattori. Il primo di leadership perché questo Diavolo ha un problema nella personalità di chi sta in campo e di chi sta fuori.

E allora, quella che fino a ieri veniva inquadrata come una grande opportunità è diventata una necessità: il Milan ha bisogno di “zlatanizzarsi”, Ibra serve come il pane in dirigenza e la società, Cardinale in primis, sta lavorando per questo.

Non si segna più

Poi c’è l’aspetto di natura tattica, imputabile ad allenatore e calciatori. Perché non sono solo i risultati a preoccupare, ma la rinnovata mancanza di gol. Dopo i due a Napoli, i rossoneri contro l’Udinese non hanno segnato per la terza volta nelle ultime quattro partite. Appena tre in sei partite, considerando anche la Champions League. E se in Europa e con la Juventus, la squadra di Pioli aveva comunque provato a creare i presupposti per arrivare al gol, con i friulani non è mai stata veramente pericolosa.

E i nuovi arrivi?

Sicuramente su quest’ultimo tema pesa un mercato che, al netto di un avvio di stagione che lasciava ben sperare, ora si sta rivelando un vero e proprio flop – almeno per il momento -. Basti pensare come contro l’Udinese abbiano deluso pressoché tutti i nuovi, da Reijnders – in calo ormai da un mese – agli attaccanti: Jovic, ancora una volta trasparente, ha sprecato un’altra occasione; Okafor e Romero, entrati nella ripresa, non hanno fatto nulla per smuovere le gerarchie.

Alla ricerca di nuovi protagonisti

I conti, allora, si fanno presto: se Leao e Giroud non girano – e la cosa succede spesso di recente – le alternative latitano. Ecco allora che forse serve intanto inserire una figura forte all’interno della società dopo l’addio di Paolo Maldini. E’ chiaro che Ibra non potrà giocare al loro posto, ma magari darà la scossa che serve. La prima, in attesa di quelle di gennaio.