Non è bastata un’intera stagione a dominare per portarsi a casa l’Eurolega. E’ la storia del Real Madrid, campione in carica, fino alla finale con il Panathinaikos.

Già, perché i greci, tredici anni dopo l’ultima volta, vincono le Final Four e tornano sul tetto d’Europa. Battuti gli spagnoli 80-95, grazie a una gara perfetta e all’MVP del torneo Kōstas Sloukas che, un anno dopo, si riprende la rivincita proprio contro i blancos.

Ma forse c’è un vero protagonista su tutti: l’allenatore Ergin Ataman, in grado di compiere l’ennesimo capolavoro della sua carriera e vincere la terza Eurolega negli ultimi quattro anni, dopo i due successi con l’Efes.

A Berlino, il Pana riscrive ancora la storia, sorretto, come detto, da Sloukas. Ventiquattro punti nella notte di Berlino, senza mai commettere errori al tiro, e premio MVP per un giocatore che Ataman ha definito “un eroe del basket greco”.

La corsa delle italiane, invece, si è fermata parecchio prima. Al play-in, senza mai arrivare al playoff. E se Bologna per una buona parte della stagione è stata in corsa per entrare nel rush finale, Milano non è mai stata veramente in partita.

A metà stagione, le V nere, erano dietro soltanto al Real Madrid, che ha dominato la regular season in ciabatte, poi progressivamente hanno perso smalto, forze e fiducia. Ha chiuso con 7 ko di fila che l’hanno fatta precipitare al decimo posto.

Tante le possibili motivazioni per spiegare il crollo ma due aspetti sono sembrati decisivi: i tanti infortuni e un mercato troppo debole per essere competitivi al massimo in Europa.

Il percorso resta comunque sufficiente, cosa che invece non si può dire di Milano. Partenza lentissima, che sembrava preludere ad un fallimento epocale, che comunque è rimasto tale al netto della risalita nell’ultima parte di stagione, quando per qualche serata s’è cullata persino l’illusione di rientrare in corsa per il play-in.

Non è bastato Mirotic che, nelle idee societarie, avrebbe dovuto dare quel quid in più alla campagna internazionale. Ma dall’alto dei suoi 33 anni il giocatore ha mostrato i suoi limiti, nonostante il vero problema fosse il roster costruitogli attorno, spesso aggiustato e corretto ma senza grandi risultati. Tutta esperienza per la prossima stagione.