Si conferma indosso a Ben O’Connor la maglia rossa dopo la diciottesima tappa della Vuelta a España.

Una tappa, quella da 179.3 chilometri che andava da Vitoria-Gasteiz a Maestu-Parque Natural, vinta dallo spagnolo Urko Berrade, che nella corsa di casa trova la vittoria più importante portando un altro successo di frazione alla Equipo Kern Pharma.

Il 26enne di Pamplona ha la meglio solo alla fine di una lunghissima fuga di gruppo, che inizialmente aveva visto partire ben 42 corridori all’attacco.

Il numero dei fuggitivi cala con lo scorrere della frazione, fino a quando rimangono in 13 a giocarsi il successo. Presente tra questi anche l’italiano Mattia Cattaneo, arretrato però successivamente.

Ad avere la meglio nella volata finale, con un discreto vantaggio su tutti gli inseguitori, è proprio Berrade, che sul traguardo precede Schmid, Miquel, Poole e Vlasov.

A 6 minuti e 40 secondi di distacco dalla testa, ecco il gruppo dei migliori con il leader della corsa Ben O’Connor e Primoz Roglic, primo inseguitore.

Perde parecchio invece Mikel Landa, giunto al traguardo con 10 minuti di ritardo dal vincitore e ora decimo nella classifica generale.

Decisivo lo scontro nei pressi del GPM di Puerto Herrera, dove lo spagnolo perde parecchio sui rivali. E’ quello il punto decisivo per la tappa negativa del ciclista di casa, costretto ora alla rincorsa nei prossimi giorni.

In classifica comanda quindi O’Connor con un vantaggio minimo di 5 secondi su Roglic. Più distanti tutti gli altri inseguitori. Enric Mas del Movistar Team vede la vetta a un minuto e 25 secondi, conservando il podio momentaneo. Dietro di lui c’è Richard Carapaz con un minuto e 46 secondi, mentre per trovare il quinto in classifica bisogna arrivare al +3:46 di David Gaudu, seguito a stretto giro da Carlos Rodriguez (+3:53) e Mattias Skjelmose (+4:00).

Per O’Connor, però, le difficoltà non mancano: “Avete visto quanto siamo andati forte – afferma dopo la tappa -, non è stato per nulla un giorno semplice per essere onesti. Ma in questa Vuelta non ce n’è mai uno. Se questi sforzi verranno ripagati? Probabilmente no, poiché corriamo ogni giorno e siamo tutti stanchi. Ma in qualche modo sto ancora collezionando discreti numeri, non credo che la stanchezza faccia differenza. E sono ancora in testa, è bello avere la maglia rossa un altro giorno: l’ho amata e mi sono divertito ad indossarla”.

Tra gli italiani, il migliore in classifica generale è Lorenzo Fortunato del Team Astana, diciassettesimo a +21:41.